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Alcuni cenni sulla realizzazione e la scenografia della 1^ esposizione presepiale del Museo

Apprezzabile in tutta la sua maestosità presso la Basilica di San Paolo Maggiore, in Napoli, l’opera scelta per inaugurare le attività museali è un presepe napoletano “da record”, realizzato grazie al lavoro sinergico di due maestri della tradizione presepiale partenopea: il maestro Antonio Cantone, al quale si deve la realizzazione dei pastori, e il maestro Fabrizio Petito che, col suo laboratorio, ha realizzato l’imponente scenografia che accoglie la “natività”.

Ad impreziosire l’opera, nel suo complesso, i numerosi primati detenuti: la scenografia, ad esempio, ha una estensione totale di 64 metri quadri ed un’altezza di 5,20 metri; se, però, si calcola anche l’altezza della Stella Cometa, si raggiunge un’altezza totale di 6,70 metri.

Per la realizzazione è stata utilizzata la tecnica di costruzione “originale” del presepe del ‘700: la roccia è interamente costruita in cartapesta, con una modalità normalmente adoperata per la costruzione dei presepi di arte popolare e che, per questo presepe, è stata, invece, applicata ad una scenografia “a grandezza naturale”.

Non esiste altro Presepe al mondo, realizzato in cartapesta e con la tecnica appena descritta, che abbia una scenografia più grande di quella del presepe esposto in Basilica.

Si può, quindi, affermare che si tratti di una scenografia “da record”; così come record è stato anche il tempo di costruzione: appena 15 giorni.

Anche i pastori, godono di importanti primati: essi, infatti, costituirono il presepe che, in occasione del Natale del 2013 e del primo anno di pontificato di Papa Francesco, fu esposto in Piazza S. Pietro; il presepe napoletano, apprezzato ed amato in tutto il mondo, per la prima volta arrivava al sommo Pontefice.

I personaggi raffigurati sono: la Madonna, il Bambinello, San Giuseppe, i Re Magi, gli Zampognari, i Rustici e le Popolane.

L’accento è, inoltre, posto sul cesto di frutta; si tratta di un elemento importante nella simbologia del presepe napoletano: esso è il primo dono che arriva al Divino Infante, ancora prima di quello dei Re Magi.

Anche i pastori sono stati realizzati con la tecnica tradizionale partenopea:  la testa e gli arti in terracotta  policroma; gli occhi sono realizzati in cristallo; il corpo in tubolari imbottiti.

I vestiti ricalcano fedelmente quelli della tradizione settecentesca napoletana.

La Madonna indossa la tipica tunica rosa ed il manto azzurro.

San Giuseppe indossa, invece, abiti dai classici colori viola e giallo: i colori iconograficamente distintivi del Santo.

Le donne e gli uomini, infine, indossano gli abiti tipici del Regno delle due Sicilie; si tratta dei vestiti utilizzati a metà del ‘700, dai quali si può, tradizionalmente, distinguere la zona di provenienza e la classe sociale .

I sontuosi abiti ricamati dei Re Magi richiamano, invece, il lavoro dei costumisti del ‘700, i quali “rielaborarono” gli abiti orientali, rendendoli più adatti a quella voglia di esotismo che nacque in quel periodo.

Tra le peculiarità di questo Presepe c’è sicuramente la misura delle statue: l’altezza dei pastori napoletani settecenteschi non supera, di norma, i 50 cm. I Pastori esposti nella Basilica sono, invece, a grandezza naturale.
Si può affermare che le statue rappresentino un “unicum“, perchè, nonostante la misura, non tradiscono le caratteristiche tipiche dei pastori napoletani, nonchè le tecniche di costruzione.

L’Autore, pur elevandone l’altezza, ha conservato la dinamicità e le espressioni facciali che da sempre hanno contraddistinto i pastori napoletani ed ha rimarcato le varie fasi della vita, raffigurando personaggi che rappresentano le varie fasi della “crescita”: dal bambino all’anziano.

(foto disponibili nella Galleria)